Volte ad incannucciato nel cantiere storico napoletano. Risultati da una ricognizione in progress

Nella cultura costruttiva napoletana, le volte ad incannucciato sono tra le strutture lignee più ampiamente diffuse sebbene ancora oggi necessitino di un adeguato approfondimento conoscitivo. L’alterna fortuna ricevuta dagli aspetti connessi alla prassi e tecnica costruttiva nella storia della trattatistica partenopea e nazionale ha rappresentato uno dei fattori che ha maggiormente limitato la possibilità di codificarne e tramandarne le ‘regole’ dell’arte. Sebbene di origine antica, è solo a partire dal tardo Cinquecento che tale sistema costruttivo si diffonde in area partenopea, anche grazie al costante scambio di saperi con altri contesti italiani e stranieri. Nonostante l’eccessiva vulnerabilità della materia al fuoco e all’acqua, il carattere ‘leggero’ e, quindi, antisismico di tali strutture può considerarsi tra i fattori che ne hanno favorito l’applicazione, conducendo quindi ad una notevole evoluzione tecnica nel corso dei secoli diciassettesimo e diciottesimo. Considerata tale premessa, il saggio propone una lettura sistematica riguardante lo sviluppo delle conoscenze e della prassi applicativa di volte ad incannucciato (camorcanna) nella tradizione costruttiva napoletana tra XVI e prima metà del XVIII secolo. In particolare, la ricognizione e interpretazione delle trattazioni sul tema nella manualistica di settore si intreccia con lo studio di documentazione inedita relativa ad alcuni dei cantieri più significativi nella città di Napoli, tra i quali quello della Cattedrale costituisce un caso emblematico e oggetto di specifico approfondimento. Attraverso il raffronto tra le fonti documentarie e il costruito, il contributo, frutto di una ricerca in progress, mira a colmare una lacuna di conoscenza per la storia del cantiere napoletano dai significativi risvolti per la conservazione e mitigazione della vulnerabilità di tali strutture