RAPPORTO CAUSALE E DANNO DA PERDITA DI CHANCE

Un'indagine sul danno da perdita di chance e sui principali problemi della sua risarcibilità in ambito contrattuale ed extracontrattuale, che prende spunto da una recente ed importante sentenza della Cassazione (Sez. III, 9 marzo 2018, n. 5641), la quale, nel discutere i più diffusi “paralogismi” della dottrina e delle Corti, delinea la morfologia di questa figura nell'ambito del danno patrimoniale (chance pretensiva) e, soprattutto, di quello non patrimoniale (chance non pretensiva). Superati i postulati della c.d. concezione eziologica, che tendeva a risolvere il problema della chance nella prova probabilistica del rapporto causale tra condotta ed evento "finale", nonché le ricostruzioni in termini di “danno emergente” o di “lucro cessante”, sia in tema di responsabilità contrattuale, sia nei molteplici settori nei quali la giurisprudenza ha riconosciuto la risarcibilità di questo tipo di pregiudizio, la perdita delle chances di realizzare un profitto o di evitare una perdita assurge a modello generale di danno, certo ed in sé risarcibile, che può consistere in un danno emergente presente e/o futuro, in un lucro cessante presente e/o futuro o in entrambi. Il danno da perdita di chance viene esaminato sulla base delle principali funzioni della responsabilità civile. La commisurazione della riparazione al danno effettivamente causato, rappresentato dalla quantità percentuale delle chances perdute per effetto della faute extracontrattuale o dell’inadempimento, induce a considerare questa figura come uno strumento giusto ed efficiente di valutazione dei competing interests delle parti, espressione della regola di equivalenza tra entità del risarcimento e gravità del danno e, quindi, della generale funzione di compensation della responsabilità civile