Lavoro dell'uomo e Provvidenza divina nei Cappadoci

Basilio è considerato il precursore del benedettino ora et labora: non c’è trattazione sul monachesimo delle origini che non faccia spazio alle «fraternità» basiliane e al culto del lavoro ivi praticato e regolamentato. Le ricerche hanno sinora privilegiato gli scritti ascetici, meno il contributo di Basilio pastore ed oratore. Egli condanna l’ozio quale negazione dell’operosità e fecondità cosmiche, scaturite dal comando divino nella creazione già prima del peccato di Adamo. L’‘inventario’ basiliano di mestieri rispecchia il frastagliato mondo della produzione ed elaborazione di materie prime in età tardoantica fino ad includere il settore dei servizi. Il carattere speculativo (e mistico) della produzione degli altri due grandi Cappadoci, Gregorio di Nazianzo e Gregorio di Nissa fa sì che assorbiti dalle polemiche trinitarie e dall’elaborazione scritturistica e filosofica della spiritualità e mistica cristiana, essi tramandino sul lavoro rare annotazioni, che ricevono luce documentaria solo presupponendo il variegato quadro basiliano