Proust a posteriori: L'après coup nella Recherche du temps perdu

L’intera Recherche du temps perdu è, in un certo senso, la descrizione di un lungo processo di scoperta il cui risultato è una rivelazione insieme su se stessi e sulla natura del Tempo. La scoperta della verità, però, sembra avvenire sempre secondo un certo schema, assimilabile al fenomeno descritto da Freud con il nome di Nachträglicheit o aprés coup. L’aprés coup, infatti, prevede che il passato si realizzi, in ritardo, nel presente e il presente influenzi retrospettivamente il passato e quindi che il tempo psicologico non sia lineare ma segnato da spaccature e sovrapposizioni, proprio come accade al Tempo proustiano. Per Proust la vita è fatta di incomprensioni, ritardi, ricostruzioni retrospettive, tanto che la stessa Recherche nasce a posteriori. Anche a livello formale, inoltre, esistono degli aprés coup del lettore, il quale spesso è costretto a demolire e ricostruire le sue certezze durante la lettura. Usare l’aprés coup per avvicinarci a quest’opera, infine, ci induce anche a riflettere sul ruolo dell’intelligenza, sulla natura del Tempo, sull’importanza dell’esperienza e sul rapporto con l’Altro, nella Recherche e nella nostra vita