Capitolo 9. La cultura della sicurezza nei contesti sanitari: quale atteggiamento dei professionisti?

La sicurezza del paziente rappresenta oggi, a livello internazionale, uno dei principali temi affrontati dalle istituzioni governative e dalle organizzazioni sanitarie. Sollecitazioni e indicazioni a sviluppare questo aspetto del processo di cura sono presenti nei documenti a livello nazionale e regionale. In letteratura l'importanza di considerare la Cultura della Sicurezza del Paziente (CPS) \ue8 ampiamente accettata e ben documentata. Gli autori suggeriscono che la presenza di una cultura orientata a promuovere la sicurezza all\u2019interno dei servizi sanitari sia un importante e necessario precursore per poter migliorare la sicurezza del paziente. La definizione pi\uf9 comunemente usata e ampiamente diffusa di CPS \ue8 stata proposta dalla Health Safety Commissionche la definisce come: il prodotto individuale e di gruppo di valori, atteggiamenti, percezioni, competenze e modelli di comportamento che determinano l'impegno e lo stile di una organizzazione della salute nella attuazione dei programmi di sicurezza. Le organizzazioni con una positiva cultura della sicurezza sono caratterizzate da una comunicazione fondata sulla fiducia reciproca, dalla percezione condivisa dell'importanza della sicurezza, e dalla fiducia nella efficacia delle misure preventive. In una recente review sul tema, Feng et al.concludono che c\u2019\ue8 consenso sul fatto che la cultura della sicurezza del paziente sia un sottoinsieme della cultura organizzativa e si riferisca specificamente ai valori e alle convinzioni in materia di sicurezza dei pazienti all'interno di organizzazioni di assistenza sanitaria. A causa delle numerose definizioni di cultura della sicurezza proposte in letteratura e della sua natura multidimensionale, non \ue8 sorprendente che ci sia poco consenso per quanto riguarda le dimensioni che ne costituiscono il costrutto e che siano presenti differenti approcci di studio. I metodi qualitativi includono osservazioni, focus group, discussioni e studi di casi. Al contrario, attraverso l\u2019approccio quantitativo c\u2019\ue8 il tentativo di misurare la cultura della sicurezza secondo procedure spesso altamente standardizzate, utilizzando interviste strutturate e questionari. Tra gli strumenti di natura quantitativa emergono l\u2019Hospital Survey on Patient Safety Culture (HSOPS)7 e il Safety Attitudes Questionnaire (SAQ)8 per le buone propriet\ue0 psicometriche, il numero di dimensioni testate e per essere stati provati su larga scala. Sia Sexton JB et al. (2006) che Deilkas and Hofoss (2006) nelle loro ricerche concludono che il SAQ ha buone qualit\ue0 psicometriche ed in particolare questi ultimi lo ritengono l\u2019unico strumento che misura la cultura della sicurezza i cui risultati siano correlabili agli esiti sui pazienti. In Italia non risultano pubblicazioni relative ad indagini che hanno utilizzato il SAQ, mentre una unica ricerca svolta nel 2007 ha utilizzato una versione tradotta in italiano del questionario HSOPS. In questo scenario, diventa allora pregnante ed auspicabile indagare strumenti e/o percorsi di misurazione della safety culture applicabili al contesto sanitario italiano, per inserirli nell\u2019ambito di tutta la serie di interventi che costituiscano l\u2019approccio proattivo al tema della sicurezza. Per la sicurezza \ue8 indispensabile l\u2019apporto di ogni professionista sanitario, il quale \ue8 chiamato da un lato a ricoprire un ruolo attivo nell\u2019individuazione e segnalazione delle insufficienze latenti e dei \u201cquasi errori\u201d e dall\u2019altro a contribuire al miglioramento complessivo della qualit\ue0 delle prestazioni erogate da ogni struttura sanitaria. In questo contesto nasce il presente progetto di ricerca con lo scopo di indagare la cultura della sicurezza e comprendere se e come questa divenga costituente della professionalit\ue0 agita di alcuni profili professionali.Obiettivi Gli obiettivi della ricerca sono: \u2022 esplorare la cultura della sicurezza nei contesti sanitari, rilevando nei professionisti i contenuti della rappresentazione della sicurezza nella pratica professionale; \u2022 verificare l\u2019applicabilit\ue0 alla realt\ue0 sanitaria italiana, di uno strumento di analisi della patient safety culture, il Safety Attitudes Questionnaire (SAQ), procedendo, inoltre, ad una prima validazione dello strumento; \u2022 studiare se e come la cultura della sicurezza si connetta al percepito professionale degli operatori sanitari e si declini nel loro agito quotidiano. Coerentemente agli obiettivi sopradescritti l\u2019indagine si \ue8 svolta integrando metodologie qualitative e quantitative. Lo strumento utilizzato \ue8 stato un questionario semi-strutturato composto da tre parti principali. Nella prima parte, attraverso l\u2019utilizzo del metodo della libera associazione, viene esplorato il contenuto ed il campo della rappresentazione della sicurezza chiedendo agli intervistati di esporre per iscritto fino a 10 parole (o brevi frasi) evocate dallo stimolo \u201cSicurezza \ue8.....\u201d. Nella seconda parte utilizza la scala a 6 dimensioni del SAQ, che misura gli atteggiamenti nei confronti della sicurezza attraverso 63 items. Tra i vari strumenti disponibili \ue8 stato scelto il SAQ per le buone qualit\ue0 psicometriche, l\u2019ampio utilizzo a livello internazionale e la capacit\ue0 di cogliere la multidimensionalit\ue0 del costrutto Cultura della Sicurezza. Non essendo ancora disponibile una versione italiana del SAQ si \ue8 proceduto alla traduzione del questionario in maniera indipendente da parte di tre membri del gruppo, traduzione che \ue8 stata sottoposta alla revisione da parte dell\u2019intero gruppo di ricercatori giungendo cos\uec alla versione definitiva. Nella terza parte dello strumento per poter analizzare il percepito professionale e l\u2019agito quotidiano \ue8 stato chiesto all\u2019intervistato, dato un elenco di otto comportamenti professionali, di ordinarli secondo un criterio di importanza (1 pi\uf9 importante \u2013 8 meno importante). Tale elenco \ue8 stato poi riproposto all\u2019intervistato con la richiesta di indicare secondo una scala Likert con che frequenza riesce ad attuare i comportamenti professionali definiti. A completamento dello strumento sono stati richiesti alcuni dati socio-anagrafici e descrittivi dei partecipanti. La versione definitiva del questionario \ue8 stata realizzata dopo test pilota nelle Aziende coinvolte, al fine di valutare la comprensibilit\ue0 degli item ed i tempi di compilazione.I partecipanti individuati attraverso un campionamento per quote nell\u2019ambito di 5 Aziende sanitarie della Regione Emilia-Romagna (Azienda USL di Bologna, Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia ed Aziende Ospedaliero-Universitarie di Ferrara, Modena e Parma) sono stati reperiti all\u2019interno di quattro macro aree: chirurgica, sale operatorie, medica e materno-infantile. Il questionario \ue8 stato somministrato a tutti gli operatori sanitari di ogni Unit\ue0 Operativa scelta, che erano dipendenti di ruolo, svolgevano la propria attivit\ue0 in una delle Unit\ue0 Operative selezionate, anche se sottoforma di consulenza, da almeno un mese ed erano Infermieri, Ostetriche o Fisioterapisti. La distribuzione dei questionari, autosomministrati, \ue8 stata fatta dai ricercatori nelle proprie Aziende. Il tasso di risposta medio \ue8 stato del 70,1%.Nel campione dei 686 rispondenti il 15.7% sono maschi e il 79.9% femmine (30 partecipanti non hanno riportato il sesso). Il 20.1% dei partecipanti hanno un\u2019et\ue0 compresa fra i 20 e i 30 anni, il 42.1% fra 31 e i 40 anni, il 31.5% fra 41 e 50 anni mentre il 4.2% hanno un\u2019et\ue0 superiore ai 50 anni (20 non hanno riportato la propria et\ue0). La maggior parte dei rispondenti \ue8 infermiere.Rispetto alla prima parte del questionario riferita alle libere associazioni evocate dalla parola sicurezza, dei 686 questionari ritirati 508 riportavano compilata tale sessione, ed \ue8 su questi ultimi che sono state effettuate tramite T-Lab alcune analisi lessicali. Il vocabolario che ne scaturisce \ue8 costituito da 4.225 parole raggruppabili in 1.282 forme. Considerando una soglia di frequenza maggiore di 28 occorrenze, emergono 19 parole chiave.Per quanto concerne i dati raccolti attraverso il SAQ, dei 686 questionari ritirati, i validi elaborati sono stati 660. Come si pu\uf2 notare, la consistenza interna delle scale rilevata nel nostro studio \ue8 buona e del tutto sovrapponibile a quella dello studio utilizzato per la validazione dello strumento. Tuttavia, l\u2019analisi fattoriale delle componenti principali (con rotazione varimax) non mostra la struttura attesa. Abbiamo, quindi, provveduto a realizzare analisi fattoriali successive riducendo il numero di fattori fino al raggiungimento di una soluzione soddisfacente al modello teorico. La soluzione pi\uf9 soddisfacente \ue8 a tre fattori che spiegano il 40% della varianza totale. Nella terza parte del questionario che indagava se e come l\u2019orientamento alla sicurezza entra a far parte della professionalit\ue0 percepita ed agita dai Professionisti Sanitari, dei 686 questionari ritirati, i validi elaborati sono stati 510. Come si pu\uf2 notare valutare i bisogni assistenziali e stabilirne le priorit\ue0 rappresenta l\u2019attivit\ue0 che viene considerata come di estrema importanza.Il presente studio \ue8 uno dei pochi realizzati in Italia che abbia esplorato la Cultura della Sicurezza legandola alla percezione di professionalit\ue0 degli operatori sanitari, per questo motivo i dati presentati necessitano di ulteriori approfondimenti. Tuttavia offrono interessanti spunti di riflessione utili all\u2019implementazione di azioni volte alla diffusione della Cultura della Sicurezza