L’analisi svolta risulta finalizzata a determinare se il c.d. testamento biologico possa (e, se sì, in che misura possa) già oggi – nell’attuale sistema giuridico e in assenza di una disciplina legislativa “dedicata” – rappresentare il mezzo per esprimere il rifiuto di futuri trattamenti sanitari e, pertanto, se detto strumento possa intendersi quale valida manifestazione di una stabile volontà dell’interessato (al trattamento), espressa in condizione di buona salute, proprio in vista del momento in cui quest’ultima – insieme alla capacità naturale d’intendere e di volere – verrà meno