Ha ancora senso conciliare l’idea di “città bella” con le istanze reali della popolazione, che talvolta sono legate alle “brutte periferie” in modo quasi morboso? Eppure il nonsense che caratterizza le istanze degli abitanti di molte periferie sta nel fatto che, pur cercando costantemente quell’ordine gerarchico e talvolta geometrico tipico della città tradizionale e pur lamentandosi dei disservizi e del degrado, non abbandonerebbero mai la loro attuale realtà abitativa. Questo contributo intende occuparsi di periferia e di insediamenti diffusi, con riferimento alla scena romana, vasto contenitore di periferie, diverse e disomogenee, e in particolare alla direttrice verso il mare; e di quali “scenari/non scenari” si aprono all’urbanista...