Lo «stupore» o «meraviglia» è un connotato fondamentale, secondo Dante, del processo di avvio e di costruzione del discorso teologico, nei confronti del quale risulta svolgere due distinte ma complementari funzioni: è sintomo evidente della condizione di partenza, preparatoria e motrice dell’indagine, quando l’anima si trova dinanzi alla dichiarazione della superiore verità della fede, della quale deve necessariamente prendere atto, in ragione dell’insopprimibile opportunità del «credere», e nella quale viene invitata ad addentrarsi con la piena disponibilità a «intelligere», nella misura in cui sarà lecito e possibile; ma è anche una condizione tipica della mente del teologo quando si addentra, sostenuto dalla rivelazione, in tale comprens...