Scritto negli anni quaranta del Cinquecento in polemica con i critici delle violenze iberiche nel Nuovo Mondo, il Democrates secundus di Juan Ginés de Sepúlveda (1490-1573) è considerato una delle principali testimonianze dell’approccio tragicamente autocentrato che per secoli ha dominato i rapporti tra l’Europa e il resto del mondo. In quest’opera, l’umanista Sepúlveda – fine lettore dei testi di Aristotele e di Cicerone – si serve della sua vasta erudizione per giustificare le ragioni dei conquistadores, usando argomenti filosofici, giuridici e teologici che culminano nell’affermazione della «barbarie naturale» degli indios. In un momento in cui la cultura occidentale è impegnata in una riflessione a tutto campo sulla propria identità col...