Niente di meno che il Tutto: Mario Mieli e l'impossibile armonia

Following Mario Mieli’s close critical confrontation with Freudian theory, and his ambivalent relationship with it, this paper aims to inquiry the not only theoretical-practical horizon but, in the opinion of the writer, more properly “mystical” horizon in which Mieli’s intellectual and human experience, as well as the militant one, should be inscribed.  An experience and a militancy openly and faithfully revolutionary - with Freud and Marx as teachers to criticize and, ultimately, to overcome - that can be understood only if intertwined with the “mystical-foolish” tension which moved the author of Towards a Gay Communism: Elements of a Homosexual Critique.Ripercorrendo in particolare il serrato confronto critico di Mario Mieli con la teoria freudiana e l’ambivalente rapporto con essa intrattenuta, questo articolo vuole indagare l’orizzonte non soltanto teorico-pratico ma, a parere di chi scrive, più propriamente “mistico” in cui dovrebbero essere inscritte l’esperienza intellettuale e umana e la militanza di Mieli. Un’esperienza e una militanza dichiaratamente e fedelmente rivoluzionarie - con Freud e Marx come maestri da criticare e, infine, sostanzialmente superare - che possono essere tuttavia comprese, nella loro radicalità, solo se intrecciate con la tensione “mistico-folle” che muoveva l’autore di Elementi di critica omosessuale