Le \u201ctracce\u201d del Camino e la raffigurazione della citt\ue0 di Santiago nella cartografia medioevale delle mappae mundi (secc. X-XV)

Ogni prodotto cartografico, e come tale anche le "mappae mundi" medioevali, si presenta come un documento \u201cin codice\u201d in quanto il suo contenuto appare come un sistema di segni particolari la cui lettura e comprensione diventa un sorta di decodifica semiologica dei segni cartografici. Tale decodifica si presta ad un duplice piano di lettura, quello pi\uf9 comune che pone l\u2019attenzione sul contenuto informativo della raffigurazione e quello pi\uf9 astratto che si focalizza sul linguaggio ed \ue8 finalizzato a svelare la \u201cgrammatica\u201d cartografica, ossia la natura filologica dei codici che sottendono l\u2019organizzazione della rappresentazione. Se la prima lettura ci fornisce le informazioni palesi del segno grafico riportato sul documento storico (luoghi, citt\ue0, nomi, figure), la seconda lettura ci permette di scoprire il senso pi\uf9 recondito di ciascuna carta, la sua valenza semiotica, i valori, la simbologia, le finalit\ue0 per le quali \ue8 stata pensata e composta. In tale maniera la rappresentazione iconica consegna alla memoria visiva la proiezione dello spazio culturale che l\u2019ha prodotta, aprendo sguardi conoscitivi che vanno ben oltre il prodotto materiale e che diventano specchio di una societ\ue0, di un ambiente culturale, di un\u2019epoca. Da questi presupposti epistemologici prende spunto il presente contributo che intende indagare il valore di alcune rappresentazioni cartografiche di epoca medioevale nel contesto del tradizionale filone di studi compostellani, muovendo da una ricognizione cronologica di come nelle "mappae mundi" venissero raffigurate la via del pellegrinaggio jacobeo e la citt\ue0 dell\u2019apostolo e quali forme assumesse tale rappresentazione iconica all\u2019interno del disegno cartografico