Trieste nella narrativa di Giuseppe O. Longo

Nell\u2019opera letteraria di Giuseppe O. Longo (tre romanzi, dieci sillogi di racconti e una raccolta di drammi) si ritrovano numerosi riferimenti alla citt\ue0 di Trieste, vista sia nella sua realt\ue0 topografica sia come luogo ideale, sede di sensazioni dolorose, di increspature dell\u2019anima, di trasalimenti e di mutazioni interiori. Come illustrano le ampie citazioni contenute nell\u2019articolo, spesso i due piani, esterno e interno, si sovrappongono e s\u2019intrecciano, generando una citt\ue0 trasfigurata, impregnata di una potente carica simbolica e onirica. Tutto \ue8 filtrato dalla personalit\ue0 dell\u2019autore e dalle sue ossessioni, in un travalicare continuo tra realt\ue0 e sogno, nonostante la precisione delle descrizioni. Se si vuole capire la Trieste di Longo, tanto diversa dagli stereotipi letterari della citt\ue0 giuliana, non ci si pu\uf2 limitare agli aspetti letterali, ma si deve ricercare e accettare il cumulo di implicazioni legate a sogno, eros, malattia, dolore, destino, temi intorno ai quali si dipana una sorta di ipertesto complicato e suggestivo, spesso allucinato e spiraliforme, che tenta di esplorare il mistero complesso dell'esistenza umana, in bilico tra concretezza e trascendenza, tra quotidianit\ue0 e ricerca dell'assoluto. Tutto nel soffio intermittente della bora