In Marx si trovano due teorie del contratto di lavoro. La prima lo considera come un contratto di compravendita di una merce, la seconda come un contratto relazionale che istituisce un rapporto sociale. Nella prima Marx sostiene che il lavoratore cederebbe, in cambio del salario, una merce che si configura come un flusso di lavoro emanante dallo stock di forza-lavoro. Di qui la necessità di considerare il lavoro come una merce sia pure astratta, però con le caratteristiche di un’astrazione “naturale” e con le proprietà di una forza produttiva. Lo sfruttamento emergerebbe a causa del fatto che il valore del flusso di forza-lavoro è inferiore alla capacità valorificante del lavoro astratto. La teoria produce varie aporie, non ultima quella po...