Enhancing Urban Heritage: Industrial Culture and Cultural Industry

I segni dell\u2019uomo sono presenti ovunque sul territorio, salvo rarissimi luoghi ancora \u201cnaturali\u201d, tanto da indurre il premio Nobel per la chimica, Paul Crutzen, a coniare un nuovo termine per definire la attuale era geologica: \u201cAntropocene\u201d; l\u2019ambiente, il clima, il paesaggio sono, ormai, modificati dall\u2019uomo. La urbanizzazione non controllata, in Italia in modo particolarmente accentuato, ha portato a sacrificare larghe porzioni del territorio producendo conseguenze dannose sull\u2019ambiente. Solo nell\u2019ultimo decennio si sta facendo strada una maggior consapevolezza, anche nelle politiche territoriali, che cerca di definire nuove strategie di intervento sia nella manutenzione del patrimonio edilizio esistente sia nella tutela del paesaggio. Uno dei temi che appare emergere, riguarda la modifica dei criteri di valutazione dei nuovi interventi: il rozzo binomio costi/benefici \ue8 stato sottoposto ad una profonda revisione. I costi non sono solo quelli dei capitolati o delle tabelle prezzi, ma riguardano le emissioni di Co2, l\u2019impatto sociale, l\u2019impronta ecologica, le conseguenze sull\u2019ambiente. Questa mutata ottica sta comportando lo sviluppo di nuove competenze e il rilancio di linee di ricerca divenute ora strategiche e, precedentemente, poste ai margini. La conservazione e la manutenzione dell\u2019esistente ora si estende non pi\uf9 ai patrimoni ritenuti monumentali, ma riguarda tutto il costruito, il territorio antropizzato, le stesse infrastrutture, le aree industriali