Manovre di inerzia dinamica. Il caso di Porto Marghera

Gli studi e le ricerche su Porto Marghera potrebbero riempire una intera sezione di una biblioteca universitaria (ed \ue8 quasi cos\uec), pure il futuro di questo distretto industriale - tra i pi\uf9 estesi in Europa e, di certo, quello dislocato nella posizione pi\uf9 impropria - \ue8 ben lungi dall\u2019essere chiarito e, al momento, l\u2019incertezza sulle decisioni da assumere \ue8 molto alta. Anzi potremmo dire che l\u2019incertezza riguarda non tanto le decisioni che si devono assumere, ma quali siano quelle che si possono assumere, che hanno una loro credibile sostenibilit\ue0 economica e politica. Il tema che si intende trattare riguarda il conflitto che sussiste tra la straordinaria mole di convegni, progetti, proposte e indagini che si svolgono incessantemente sulla questione delle bonifiche e della riconversione delle aree dismesse e la altrettanto straordinaria inerzia che impedisce ogni azione coordinata e che soffoca ed impedisce le iniziative - pur coraggiose - che alcuni cercano di intraprendere. In queste note proveremo a riassumere una esperienza condotta nel corso di molti anni, vista da un versante strategico: quello accademico. Cercheremo di descrivere alcune \u201cmanovre\u201d di avvicinamento al distretto industriale veneziano