PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE DI MALATTIE INFETTIVE

L\u2019esito di un trapianto da donatore cadavere dipende da molteplici fattori, legati in parte alle condizioni del ricevente ed in parte alle caratteristiche del donatore. La carenza di donatori d\u2019organo rappresenta un serio problema in tutto il mondo. Nonostante il costante e significativo incremento del numero di donatori registrato in Italia negli ultimi anni, la possibilit\ue0 di soddisfare le richieste di trapianto di rene, cuore, polmone e fegato rimane ancora insufficiente. L\u2019insufficiente reperimento di donatori, il rapporto rischi/benefici attesi con il trapianto e i tempi di ischemia degli organi condizionano modalit\ue0 e tempi della valutazione di idoneit\ue0 del potenziale donatore. Nonostante questi limiti e pur considerando che nella pratica trapiantologica il rischio di trasmissione di patologie sia infettive che neoplastiche \ue8 sempre presente, qualsiasi organo prelevato a scopo di trapianto deve avere una qualit\ue0 accettabile e non deve esporre il ricevente a rischi inaccettabili. Nel presente capitolo verranno descritte le problematiche connesse, limitatamente agli aspetti infettivologici, alla definizione del livello di rischio del donatore d\u2019organo nel rispetto di quanto previsto dalle attuali linee guida. L\u2019accertamento dell\u2019idoneit\ue0 dei tessuti \ue8 per molti aspetti sovrapponibile a quanto previsto per il donatore d\u2019organo ma presenta peculiarit\ue0 specifiche sancite dalla direttiva europea 2004/23/EC, recepita nel 2007 dallo Stato Italiano (http://www.trapianti.ministerosalute.it/imgs/C_17_normativa_1278_allegato.pdf)