Libert\ue0 indisponibile. Un percorso critico

Libert\ue0 come diritto. Su questo tema si sofferma l\u2019itinerario critico del presente lavoro, che tenta di superare criticamente alcuni presupposti teoretici della libert\ue0 quale diritto fondamentale della persona, al quale in et\ue0 moderna si assegna la massima preminenza nella legislazione e nella giurisprudenza. La breve disamina iniziale della fenomenologia giuridica della libert\ue0 personale nell\u2019ordinamento sovranazionale e costituzionale \ue8 illustrata preliminarmente allo scopo di precisare che la designazione giuridica della libert\ue0 costituzionale vale costantemente nella sua accezione puramente negativa e risale alla dottrina giuridica moderna. La libert\ue0 dei moderni \ue8 allora esemplificata dal paradigma barocco dell\u2019assolutezza, elaborato nel XVII secolo da Thomas Hobbes con una riflessione che ha notevole importanza storica ma che ha un valore teoretico indubbio, presentandosi tuttora nella sua evidente attualit\ue0. La concezione moderna della libert\ue0, cos\uec rappresentata come libert\ue0 \u201cda\u201d, \ue8 successivamente sottoposta a critica muovendo dall\u2019idea di limite, di cui si cerca di rilevare l\u2019esigenza di una risemantizzazione al fine di individuare l\u2019equivocit\ue0 di ridurre questa essenziale categoria della soggettivit\ue0 ad un aspetto puramente empirista e negativo, tenendo presente la lezione classica per giungere ad una nozione maggiormente difendibile che, come si spiega diffusamente infra, appare radicata l\u2019idea di possibile. Dopo un\u2019analisi della libert\ue0 come possibilit\ue0, si precisa che la libert\ue0 non \ue8 \u201cdal\u201d limite, ma \ue8 \u201cnel\u201d limite ed \ue8 sperimentabile nella relazionalit\ue0 esistenziale come dialogo e responsabilit\ue0, che costituiscono concetti richiedenti un ripensamento della concezione antropologica moderna per accedere ad una prospettiva che, richiamando soprattutto la riflessione platonica, viene detta classica. Si giunge cos\uec a rilevare che, nella sua essenza originaria, la libert\ue0 umana \ue8 caratterizzata dall\u2019esperienza del limite e della possibilit\ue0 e, quindi, \ue8 indisponibile, essendo inscindibilmente connessa ad una totalit\ue0 che l\u2019esistere non \ue8 in grado di cogliere completamente, ma di cui deve accettare la presenza. Ne consegue che la libert\ue0 non \ue8 un facere ma \ue8 un agere e concerne quella condotta definita da Aristotele come pr\ue1ttein, il cui pi\uf9 autentico paradigma \ue8 il vivere. Nella parte conclusiva del saggio, avendo stabilito l\u2019opportunit\ue0 di un ordinamento sociale che difenda e promuova la libert\ue0 come pr\ue1xis, si propone di ripensare il diritto soggettivo alla luce della libert\ue0 dei classici, investigando l\u2019opera e il pensiero sviluppato sull\u2019argomento da Cicerone, autorevole testimone della civilt\ue0 latina. Dalla riflessione sulla libert\ue0 dei classici si desume la possibilit\ue0 di accomunare le idee di libert\ue0 e processualit\ue0 che, manifestandosi nella concretezza dell\u2019esperienza giudiziale, si dicono con lo stesso nome (pr\ue1xis per i Greci, actio per i Romani)