Banche della vita. Tessuti, cellule e frammenti di DNA tra scienza e societ\ue0

Il saggio invita a spostare l'interrogativo da cui partire da \u201cquali sono gli strumenti necessari per gestire nel migliore dei modi l\u2019istituzione di una biobanca?\u201d a \u201ccome mai le biobanche hanno acquisito una tale importanza e un tale interesse nelle nostre societ\ue0?\u201d. Se le biobanche non possono essere considerate alla stregua di strutture meramente funzionali alla ricerca scientifica, la causa \ue8 da ricercare anzitutto nelle specificit\ue0 del materiale in esse conservato: materiale umano se non addirittura, come nel caso degli embrioni, vita umana in potenza. La sua particolarit\ue0 deriva dalla profonda e ambigua relazione che lo lega alla persona donatrice. Non sempre \ue8 stato cos\uec. Quando sono state allestite le prime raccolte di frammenti umani che venivano conservati nei congelatori o chimicamente, una pratica di lungo corso che risale alla prima met\ue0 del Novecento, essi sono stati trattati alla stessa stregua di scarti organici privi di qualsiasi preoccupazione o rivendicazione sociale. Oggi, invece, \ue8 inevitabile che si stabilisca un nuovo e pi\uf9 intenso legame tra questi campioni e le persone da cui provengono, siano esse vive o morte, perch\ue9 questi i tessuti, le cellule o i frammenti di DNA ci interpellano direttamente e continuamente in molteplici sensi