Famiglie multiproblematiche: teoria e operativit\ue0 di un Servizio per la Genitorialit\ue0 realizzato nel Comune di La Spezia

La denominazione \uabmultiproblematica \ubb applicata al concetto di famiglia \ue8 un\u2019etichetta molto ampia e a connotazione meramente descrittiva, tanto che la letteratura specifica riporta definizioni, fornite dai diversi studi, che si differenziano in base ai riferimenti teorici disponibili al momento in cui la ricerca \ue8 stata svolta, all\u2019enfatizzazione di uno specifico vertice di analisi del problema (ad esempio, la valutazione della condizione socio-economicoculturale dei gruppi studiati, considerata da molti uno specifico fattore di rischio), alle metodologie di osservazione applicate. Tali disomogeneit\ue0 hanno reso e ancora rendono particolarmente complicato il lavoro di comparazione delle diverse ricerche e di una definizione chiara ed uniforme di \uabfamiglia multiproblematica\ubb (Malagoli Togliatti e Rocchietta Tofani, 2002). Ad oggi, questa difficolt\ue0 persiste ed appare legata alla difficolt\ue0 nell\u2019attribuzione di un significato univoco all\u2019etichetta multiproblematica, applicata alla famiglia. Tuttavia, la prospettiva sistemica da tempo ha fornito alcuni parametri di definizione e di studio della famiglia, sia nei suoi aspetti evolutivi e funzionali, sia in quelli disfunzionali e/o francamente patologici. Il sistema familiare \ue8 definito come aperto e dinamico in quanto i suoi componenti, essendo in relazione tra loro e con la societ\ue0, devono trovare una modalit\ue0 di intesa, tale da garantire un adeguato funzionamento di tutto l\u2019insieme (cfr. Scabini e Cigoli, 2000). Parallelamente il concetto di ciclo di vita familiare (Carter e Mc- Goldrik, 1980), introduce l\u2019idea che la vita della famiglia, cos\uec come quella dell\u2019individuo, sia caratterizzata da una serie di tappe successive, ognuna delle quali prevede compiti evolutivi che la famiglia deve raggiungere e superare per poter accedere a quella successiva (Sponchiado, 2001). Il sistema familiare cos\uec concepito risulta complesso anche per l\u2019esistenza, al suo interno, di sottosistemi con precisi compiti e funzioni: il sottosistema coniugale, che comprende la relazione tra i partner nella coppia; il sottosistema genitoriale, che definisce le relazione tra i partner in virt\uf9 della loro funzione genitoriale; il sottosistema genitore-figlio, relativo all\u2019interazione e alla relazione tra genitore e bambino nel corso dello sviluppo e, infine, il sottosistema fraterno relativo alle relazioni tra pari (i fratelli) all\u2019interno del contesto familiare. Tali sottosistemi si differenziano tra loro per la presenza di chiari confini che consentono di stabilire sia la distanza/vicinanza tra i membri, sia la gerarchia tra i ruoli (Fruggeri, 1997; Malagoli Togliatti e Lubrano Lavadera, 2002). In ultimo, la complessit\ue0 del sistema familiare deriva anche dalla sua collocazione nel quadro della famiglia trigenerazionale, nel senso che comprende il sistema emozionale familiare che coinvolge le tre generazioni dei figli, dei genitori e dei nonni (Malagoli Togliatti e Rocchietta Tofani, 2002). Alla luce di quanto esposto, alcuni dei piani e delle dinamiche disfunzionali che sembrano definire la famiglia multiproblematica sono: lo svolgimento e la gestione del ruolo genitoriale, la definizione dei sottosistemi familiari, l\u2019organizzazione entro la famiglia trigenerazionale, lo scambio tra l\u2019interno del sistema familiare e l\u2019esterno, ossia il contesto relazionale e sociale entro il quale il nucleo \ue8 inserito. Nella coppia possono esistere evidenti problemi di assunzione dei ruoli che sembrano derivare dalla mancanza di progettazione comune e di aspettative relative allo svolgimento e all\u2019integrazione della funzione genitoriale e coniugale. Risulta grave la mancanza dell\u2019adempimento di ruolo, soprattutto in riferimento alla capacit\ue0 di prendersi cura dei bambini e di prendere decisioni rispetto a loro (Malagoli Togliatti e Rocchietta Tofani, 2002). Inoltre, si evidenzia una scarsa delimitazione dei sottosistemi familiari con la conseguente sofferenza del senso di identit\ue0 e di differenziazione dell\u2019individuo. Proprio in relazione alla scarsa delimitazione e alla diffusione dei sottosistemi, tali nuclei familiari vengono definiti disorganizzati, per la mancanza di confini chiari tra l\u2019interno e l\u2019esterno della famiglia e, soprattutto, per la scarsa chiarezza di ruoli, relazioni e vissuti nell\u2019ambito del contesto familiare in senso stretto (Fava Vizziello, 2003). I confini tra le diverse generazioni appaiono labili, confusi, con una sorta di delega, da parte dei genitori, del proprio ruolo di adulti e delle proprie funzioni di cura nei confronti dei figli, alla generazione dei nonni oppure, in casi estremi, ai bambini pi\uf9 grandi che vengono inseriti in un processo di inversione di ruolo e di adultizzazione precoce. Infine, le famiglie multiproblematiche si caratterizzano anche per due aspetti connessi al contesto di vita: da una parte, lo scarso inserimento nella rete sociale, per cui la famiglia appare isolata, priva di relazioni e/o supporti sia con la famiglia allargata, sia con persone e istituzioni della rete sociale, come la scuola, il sistema sanitario, il mondo del lavoro; d\u2019altra parte, l\u2019appartenenza a realt\ue0 sociali e culturali legate al contesto della devianza, della violazione delle regole, della piccola delinquenza, per cui gli adulti ma anche i bambini della famiglia vengono implicati in attivit\ue0 illecite che caratterizzano le modalit\ue0 di sopravvivenza e di occupazione del nucleo. In generale, l\u2019aspetto di maggiore preoccupazione nell\u2019osservazione e nell\u2019intervento su queste famiglie \ue8 la massiccia presenza di carenze nello svolgimento da parte degli adulti della funzione genitoriale nei confronti dei piccoli. Il costrutto di genitorialit\ue0 (o funzione genitoriale) fa riferimento alla prospettiva dinamico- evolutiva che coniuga una visione dinamica dello sviluppo ai dati derivati dagli studi dell\u2019infant research (Beebe e Lachman, 2002): secondo tale approccio la genitorialit\ue0 definisce la capacit\ue0 autonoma e processuale dell\u2019essere umano di prendersi cura (di fornire cura) di un altro da s\ue9. Questa prescinde dalla presenza di figli biologici ma riguarda piuttosto la possibilit\ue0 che ogni individuo ha di conoscere i bisogni dell\u2019altro, di prefigurarli, di costruire risposte interattive e affettive adeguate (Fava Vizziello, 2003). In tale prospettiva appare evidente come i genitori di famiglie multiproblematiche esprimono spesso la loro profonda incapacit\ue0 di fungere da figure adeguate al loro ruolo di adulti, in grado di fornire cura e protezione ai bambini; piuttosto, si evidenziano casi di inadeguatezza delle cure, di trascuratezza e di adultizzazione dei figli che necessitano di modelli di osservazione, valutazione e intervento specifici. Il lavoro sulla genitorialit\ue0 nell\u2019ambito di questi nuclei ha, quindi, a che vedere con il fatto di introdurre risorse nuove nella famiglia nel tentativo di ridurre il rischio a cui sono sottoposti i bambini e di interrompere quella sorta di catena intergenerazionale della multiproblematicit\ue0 che, spesso, emerge come uno dei tratti salienti. Per questo il sottosistema genitoriale appare come uno dei luoghi privilegiati per l\u2019intervento cos\uec da favorirne la delimitazione, da rafforzarne la coesione, la capacit\ue0 di negoziazione e comunicazione, ma anche e soprattutto per essere una guida allo svolgimento della funzione genitoriale (Malagoli Togliatti e Rocchietta Tofani, 2002)