L'Inviato: proposta di denominazione per una tipologia di variazione diamesica e sue applicazioni glottodidattiche

Nell\u2019ambito delle diverse tipologie di variazione sociolinguistica, la variazione diamesica \ue8 quella che forse pi\uf9 di altre \ue8 stata in anni recenti soggetta a considerevoli sollecitazioni provenienti dalla nascita e dall\u2019enorme diffusione di nuovi mezzi di comunicazione. Cos\uec, accanto alle tradizionali sottotipologie variazionali dello scritto, del parlato e del trasmesso, si \ue8 negli ultimi anni sviluppato un particolare tipo di linguaggio proprio di sms, posta elettronica, chat, blog, ecc. Ormai ampiamente descritta, talvolta come uno \u201cscritto parlato\u201d o un \u201cparlato scritto\u201d per la natura ibrida e ambigua che la caratterizza, proponiamo di definire questa pi\uf9 recente sottotipologia di variazione diamesica come inviato e di considerarne le caratteristiche peculiari non solo come una commistione di altre tipologie, ma come un nuovo e originale stile espressivo autonomo e sui generis. Nel caso dell\u2019inviato italiano si possono individuare, come per altro nel caso di molte altre lingue, forti influssi dall\u2019inglese, che anche in questo specifico contesto diventa spesso un punto di riferimento linguistico, soprattutto, anche se non esclusivamente per le giovani generazioni. Inevitabilmente un\u2019innovazione di tale portata non poteva non avere grosse conseguenze anche dal punto di vista sociolinguistico. Proprio in conseguenza di tale forte impatto sociale, l\u2019inviato si pu\uf2 prestare ad interessanti applicazioni glottodidattiche, coerenti con i concetti di utilit\ue0 e usabilit\ue0 sociolinguistica che dovrebbe caratterizzare i modelli linguistici proposti in classe