Rinuncia all'eccezione di compensazione e art. 34 c.p.c. (l'ingombrante figura dell'accertamento incidentale ex lege)

Secondo l'A. \ue8 opportuno non parlare pi\uf9 e mai di domanda riconvenzionale non sviluppata ed introdurre - a mente del fondamentale art. 34 c.p.c. - un distinguo che suggerisce di ragionare partitamente dell'ipotesi in cui il controcredito non sia contestato e di quella in cui invece la contestazione inneschi l'accertamento incidentale c.d. ex lege dell'intero controcredito. Nel primo caso non si pu\uf2 parlare di una vera e propria domanda riconvenzionale -sia pure non sviluppata - dovendosi spiegare altrimenti, e cos\uec non dal sorgere di una nuova causa e dall'allargamento dell'oggetto del giudizio, quell'indispensabile effetto di preclusione che consegue all'accertamento della mutualit\ue0 estintiva dei due crediti; conseguentemente appare congruo in tal caso ammettere il libero ed unilaterale ritiro dell'eccezione di compensazione, e quindi pur senza accettazione o con il dissenso dell'attore. Il quale attore per\uf2, non avendo in precedenza contestato il controcredito eccepito, ben difficilmente render\ue0 per il convenuto utile e verosimile la rinuncia alla relativa eccezione e poco interesse avr\ue0 ad opporsi alla sua rinuncia, pur se l'effetto preclusivo della sentenza - non l'oggetto del suo giudicato - muterebbe. Nel secondo caso - in cui il controcredito sia contestato - il rito unilaterale sar\ue0 inaccettabile, giacch\ue9 la contestazione determina l'ampliamento automatico dell'oggetto del giudizio ex art. 34 c.p.c. che non pu\uf2 essere nuovamente ridotto se non sull'accordo delle parti, poich\ue9, se non \ue8 in gioco una domanda, \ue8 comunque sul tappeto processuale una nuova causa pur sempre frutto di una iniziativa di una parte, ma potenzialmente giovevole anche all'altra. Alla stregua dell'art. 34 e dell'art. 35 c.p.c., deve infatti ammettersi che l'accertamento ex lege introduce non gi\ue0 un giudicato su una questione ma una vera e propria causa, sia pur senza domanda di parte: non si tratta quindi di un giudicato sull'eccezione, ma del sorgere di una causa ex officio, che si cumula con l'altra