La mostra del ritratto e le biennali d'arte antica in Firenze

Il testo ripercorre gli episodi che condussero alla nascita delle Biennali d\u2019arte antica nella Firenze dei primi decenni del secolo. A monte dell\u2019operazione sta il progetto, datato 1908, per l\u2019organizzazione della esposizione fiorentina per il cinquantenario dell\u2019Unit\ue0, prevista per il 1911. Si decide di preparare, per l\u2019occasione, una grande Mostra del ritratto italiano, facendo convergere gli intenti ideologici (esaltazione delle figure-guida dell\u2019identit\ue0 nazionale) con la crescente passione del grande pubblico per l\u2019arte. Attraendo visitatori, si vuole inoltre promuovere la vocazione artigianale e turistica della cosiddetta \u2018Atene d\u2019Italia\u2019. Di tale magniloquante iniziativa si indagano qui le motivazioni concettuali, la messa in opera, le implicazioni con il mercato internazionale dell\u2019arte e, infine, l\u2019esito critico ed economico. Dettaglio, quest\u2019ultimo, che indurr\ue0 la Giunta comunale, nel febbraio del \u201913, a ripartire una parte del ricavato fra tre iniziative: un\u2019Esposizione per il 1915 (cinquantenario del trasporto della capitale da Torino a Firenze); l\u2019artistico arredamento di Palazzo Vecchio e un erigendo Palazzo delle Esposizioni. L\u2019idea \ue8 creare una stabile sequenza di \uabbiennali d\u2019arte antica\ubb, da tenersi negli anni in cui Venezia non offre le fortunate sue edizioni d\u2019arte moderna. Germina cos\uec un sistema di autofinanziamento del patrimonio, di cui le mostre divengono il polmone economico, contribuendo tanto alla conservazione dell\u2019antico quanto alla promozione del nuovo. Di fatto per\uf2, il precipitare della situazione politica internazionale costringer\ue0 il progetto allo stallo. Soltanto la kermesse sul Sei-Settecento \u2013 pensata per il \u201920 e aperta a Pitti nel \u201922 \u2013 ne riprender\ue0 le fila. Non di meno le retrospettive fiorentine rimarranno epifanie opulente quanto sporadiche: l\u2019agognata Mostra sui Giardini aprir\ue0 nel \u201931, dopo un\u2019incubazione durata diciotto anni, e persino la grande rassegna sull\u2019Ottocento, sognata per Firenze, vedr\ue0 la luce \u2018straniera\u2019 della Biennale veneziana, nel \u201928