Realismo e giurisprudenza nell'esperienza processuale

Grazie ai contributi del realismo giuridico americano, si vuole evidenziare la centralit\ue0, nell\u2019ambito dell\u2019attivit\ue0 giurisprudenziale, della motivazione; in primis perch\ue8 la stessa \ue8 l\u2019elemento caratteristico e distintivo del momento applicativo del diritto, che si contrappone al momento produttivo, proprio del legislatore; inoltre, in quanto la motivazione permette la compiuta illustrazione dei motivi della decisione e, quindi, il possibile e legittimo sindacato. La motivazione della sentenza, quindi, non deve essere sommaria (pena frustrare la sua propria finalit\ue0) e deve contenere una serie di indicazioni che rendono effettivamente conto dell\u2019opera del giudice, in quanto deve illustrare il processo argomentativo seguito, gli elementi normativi su cui si \ue8 fondata la pronuncia e gli eventuali altre argomentazioni interpretative che sono state alla base della sua decisione. Proprio la motivazione diviene cos\uec l\u2019alveo naturale all\u2019interno del quale vengono illustrati compiutamente tutti gli elementi utilizzati dal giudice nella decisione, decisione che, per quanto abbiamo in precedenza sottolineato, non potr\ue0 che essere il frutto di un intreccio dialettico tra gli elementi normativi (e quindi formali) e gli elementi reali e di fatto (quali anche (ma non solo) quelli sottolineati dal giusrealismo) all\u2019interno di una struttura argomentativa che trova nella quaestio tomistica la sua massima espressione. Motivazione che, conseguentemente, permetter\ue0 alle parti di comprendere e verificare se effettivamente la pronuncia giudiziale ha riconosciuto a ciascuno il suo, ricucendo la lacerazione generata dall\u2019originario conflitto o se, non illuminata dalla dialettica, ha deciso la questione prospettata, imperativamente (ossia geometricamente)