Cividale e Gemona. Tre ospizi nel Friuli di et\ue0 patriarcale e il loro legame con S. Spirito in Sassia

L\u2019esistenza nel Friuli di et\ue0 patriarcale di due affiliazioni cividalesi dell\u2019ospedale di S. Spirito in Sassia di Roma (anche se il sodalizio ebbe una durata relativamente breve) rappresenta una novit\ue0 per chi si \ue8 occupato dell\u2019argomento, oltre che la conferma della vivacit\ue0 nel proliferare delle succursali in un\u2019et\ue0, quella della cosiddetta cattivit\ue0 avignonese, in cui si credeva invece che l\u2019Ente romano avesse sub\uecto una battuta d\u2019arresto alla sua fase espansiva. Mentre la filiale di Gemona - ben pi\uf9 conosciuta e di pi\uf9 antica fondazione - nel corso del Trecento attraversava una profonda fase di declino, a causa di una serie di distruzioni che ne richiesero la riedificazione e continui interventi da parte tanto dei precettori di Roma, quanto dei patriarchi di Aquileia, nello stesso arco di tempo e in quella che allora era la prima cittadina della regione, la fraterna di S. Maria dei Battuti e quella dei Fabbri di Cividale, poi intitolata a S. Spirito, vivevano il loro momento di massimo fulgore