Uomini di pane

Facendo astrazione da una molteplicit\ue0 panificatoria che mette a dura prova ogni serio tentativo di classificazione, si da conto nel saggio di una categoria di pani -definita tale non solo in ragione delle peculiarit\ue0 morfologiche ma anche per evidenze connesse all\u2019uso-, quella degli ex voto anatomorfi di pane. Una categoria di pani rituali la cui ricorrenza in Sicilia non \ue8 stata esaustivamente perimetrata e sufficientemente indagata. Questi pani, che riproducono in maniera pi\uf9 o meno stilizzata ma sempre ben identificabile l\u2019intera figura umana o parti di essa, sono offerti dai devoti ai propri santi taumaturghi per render grazia di un\u2019avvenuta guarigione o, pi\uf9 raramente, a richiesta di una guarigione auspicata, a testimonianza concreta e pubblica dell\u2019assolvimento del voto contratto. In quanto tali, al pari d\u2019ogni altro ex voto, i pani si costituiscono da un lato come prove, narrazioni di miracolose guarigioni, dall\u2019altro come doni, attestazioni di una rinuncia a favore del santo e di un sacrificio del s\ue9: poich\ue9 nell\u2019ex voto non v\u2019\ue8 da guardare al valore intrinseco dell\u2019oggetto, talora apparentemente assente, ma al processo che va dalla sua produzione alla sua consegna: basti pensare al viaggio dell\u2019offerente, alla sua offerta di un munus corporale. Sintetici segni dunque di una storia e di una necessit\ue0. La storia individuale di una ricomposizione dell\u2019ordine del corpo, la necessit\ue0 dell\u2019intervento divino perch\ue9 questa possa aver luogo. Offerte, tuttavia, cui la stessa sostanza, il pane, dono alimentare par exellence in una societ\ue0 cerealicola, e la circolazione e il destino rituali suggeriscono una pi\uf9 accorta lettura