«Scultore in parole». Francesco Sansovino e la nascita della critica d'arte a Venezia

Nel libro vengono analizzati – per la prima volta da un punto di vista storico-artistico – gli anni della giovinezza, durante i quali Sansovino instaurò una rete di rapporti con letterati e artisti veneziani e non, che si riveleranno fondamentali per lo sviluppo del suo pensiero critico. Ne emerge una personalità eclettica e inquieta, capace di mediare tra la severità del padre, che lo aveva avviato a una più stabile carriera forense, e l’innata propensione alle lettere e all’editoria. A questa stagione tutta fiorentina e appassionata di letteratura e lingua sulla scia di Pietro Bembo, appartiene l’esercizio dell’imitazione dei grandi modelli trecenteschi, in particolare di Boccaccio, con le cento Lettere sopra le dieci giornate del Decamerone (1542), di cui si propone una nuova lettura in relazione alle frequentazioni di alcuni artisti toscani, quali Ammannati, Bronzino e forse anche Vasari. Il libro è articolato in due parti principali. La prima, dal taglio biografico, approfondisce i legami con i poligrafi e con gli ambienti accademici tra Padova e Venezia, ma anche con i fuoriusciti fiorentini e gli artisti dell’Italia centrale, portatori in laguna delle innovazioni manieriste provenienti dai cantieri decorativi romani. Alla luce di queste emergenze, affiorano nuovi aspetti degli interessi di Francesco verso la teorizzazione artistica: dal cosiddetto «paragone delle arti», alla costituzione di un nuovo modello di «ritratto di città». In questo contesto di revisione degli scritti di Sansovino, nuova luce viene proiettata sul dialogo intitolato Tutte le cose notabili e belle che sono in Venetia del 1556. All'opera è dedicata la seconda parte del volume, che affronta le origini del testo, le fonti e le motivazioni che hanno spinto l’autore – ancora in bilico tra l’accettazione passiva di una carriera da avvocato voluta dal padre e quella di letterato – a un’impresa editoriale di questo tipo. Ne risulta uno spaccato inedito di confronti con la letteratura celebrativa della Serenissima, medievale e moderna, ricco di spunti di riflessione anche sulle origini del mito di Venezia