Muovendo dalla critica al recente tentativo di ricostruire una categoria del c.d. terzo contratto, il lavoro si interroga sui limiti di ogni teoria delle classificazioni contrattuali. Si propone di rivolgere l’attenzione non piú al contratto isolato – definito come «alfabeto del potere» – ma alla contrattazione, quale istituzione del contrarre. Sono introdotti i concetti di limite cognitivo e autonomia cognitiva di ogni categoria giuridica, nonché quello di plusvalore politico dello scambio. In particolare ciò implica una revisione dei rapporti tra contratto e disciplina della concorrenza: si fonda la legittimazione regolativa dei rimedi e la natura metatestuale dell’equilibrio economico nel contratto. Da ciò si delineano le differenze tra ...