A partire dalla nota sentenza Daubert, pronunciata dalla Suprema Corte degli Stati Uniti nel 1993, la giurisprudenza e la dottrina italiana citano sovente la teoria falsificazionista di Karl Popper come punto di riferimento epistemologico per la selezione della “buona” scienza. Il contributo intende verificare se, effettivamente, ancora oggi le argomentazioni di Popper siano davvero attuali nel contesto della filosofia della scienza. Gli autori evidenziano come, effettivamemte, il falsificazionismo sia stato sottoposto, da anni, ad approfondita critica. Gli autori concludono ritenendo che il riferimento a Popper sia errato dal punto di vista teorico e fuorviante ai fini del compito di selezione della scienza in corte