Alle origini del costituzionalismo contemporaneo: il contributo di Simone Weil

Simone Weil non ha grande considerazione del diritto e non v’è dubbio che questa considerazione sia contraccambiata dai giuristi. In effetti, la Weil ha una concezione troppo severa verso istituzioni che sono fondamentali per il funzionamento della democrazia –i partiti politici– ed ha una visione del diritto che è troppo schiacciata sulla forza per destare l’attenzione dei giuristi. Ciò nonostante, leggere la Weil da una prospettiva giuridica non è affatto privo di interesse: i suoi scritti hanno anticipato molte vicende del costituzionalismo del secondo dopoguerra come, ad esempio, il tramonto della legge generale ed astratta e la crescita di importanza dei giudici; essi, inoltre, offrono degli utili spunti di riflessione –sia critici che costruttivi– su temi che oggi sono all’ordine del giorno in ambito filosofico-giuridico, come l’uso retorico dei diritti e l’attenzione agli obblighi di giustizia sociale.It is hard to say that Simone Weil was concerned with law –and not surprisingly legal scholars pay little attention to her thought. Indeed, she is too harsh against institutions which are pivotal in modern democracy –political parties– and she is too prone to see law as something not so different from violence, to be of great importance among lawyers. Yet, taking Simone Weil into account from a legal perspective is by no means without interest: she foresaw some trends in contemporary constitutionalism as, for example, the decline of general legislation and the growing prominence of judicial power; and she still offers a valuable contribution –both critical and constructive– to ongoing legal-philosophical debate, as, for instance, the criticism about human rights rhetoric or the appeal to social justice duties