Il Granducato di Toscana, la Persia ed il Levante nel XVII secolo

International audienceIl deteriorarsi dei rapporti fra Toscana e Impero ottomano nel corso della seconda metà del Cinquecento rese necessario per i granduchi trovare nuovi partners commerciali e potenziali alleati in Levante e, più in generale, nel Mediterraneo. Anche se ad un certo momento gli sforzi della diplomazia toscana si concentrarono sulla Persia, non meno rilevanti furono i vari trattati fra Firenze e potentati barbareschi del Nordafrica – in evidente contrasto con l’immagine di “crociati” che i granduchi avevano cercato di costruirsi attraverso l’attività dei Cavalieri di S. Stefano – o con l’emiro del Libano Fakhr ad-Dīn Maʿn e altri personaggi come Canbuladoğlu Ali Pasha e Sultan Yahya. L’attività diplomatica, oltre che l’emanazione delle “Leggi Livornine” che aprivano Livorno ai Levantini ed il tentativo di insediare i Moriscos all’interno del proprio Stato, mise quindi i Medici in un continuo – e spesso contraddittorio – dialogo con l’Islam, sciita o sunnita che fosse, elevando (seppur per breve tempo) la Toscana a privilegiato e curioso luogo d’incontro e confronto fra i diversi Islam e fra questi e l’Europa cristiana