Il saggio mette in evidenza come i percorsi fenomenologici e ontologici tracciati dal pensiero di Hannah Arendt e quello di Maurice Merleau-Ponty si incontrino in più punti. Partendo da una critica serrata dell’“errore metafisico” della filosofia tradizionale, ovvero della distinzione tra essere e apparire, Hannah Arendt arriva a sostenere un fenomenismo non solo radicale, ma “spettacolare”, nel senso che il mondo non è se non in una molteplice e plurale produzione di apparenze. Dove l’apparire viene a coincidere con l’esporsi di un singolo all’interno di una collettività (la scena del mondo), in vista di un’opinione da comunicare o un gesto da compiere. Lungo questa direttrice l’incontro con Merleau-Ponty avviene a diversi livelli. In par...