Metamorfosi del laboratorio in risposta alla pandemia da SARS-CoV-2: l'esperienza di Lucca

L’impatto del SARS-CoV-2 sulle nostre vite ha avuto effetti devastanti sotto ogni punto di vista. Il laboratorio non è stato esente dalle avversità di una pandemia sottovalutata, inaspettata e che ha visto l’Italia focolaio d’Europa nella primavera 2020. Da questo momento il nostro Paese ha visto susseguirsi un numero crescente di casi e decessi, che hanno portato il Governo italiano a imporre svariate misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, di cui riportiamo tra le altre: restrizioni sociali, lockdown, isolamenti, quarantene e obblighi vaccinali. Nell’arco delle varie ondate il laboratorio di Lucca ha dovuto destreggiarsi tra: riorganizzazione degli esami, del personale e delle strumentazioni; nuovi test da inserire nella routine/urgenza; interfacciamento col sistema informatico e gestione di tamponi esterni; carenza di reattivi e consumabili; stoccaggio e organizzazione dei numerosi campioni quotidiani da analizzare e analizzati; comunicazione stretta con i reparti e i pronto soccorso anche di altri distretti ospedalieri. Tutto questo associato a ritmi di lavoro sempre più incalzanti, con un numero di tamponi analizzabili sulle 24h che, in certe occasioni, hanno superato le mille unità. Il laboratorio ha dimostrato, però, di saper affrontare le difficoltà incontrate durante le varie ondate, susseguitesi in questi due anni di pandemia, offrendo un servizio efficace ed efficiente, frutto di un lavoro sinergico del personale tecnico e dirigente