I Fratelli Musulmani nella storia dell'Egitto moderno

Nel 1928 in Egitto, il professore Hasan al-Banna fondò l’Associazione dei Fratelli Musulmani. L’Organizzazione, che fin da subito raccolse un seguito massivo, s’inquadrava, secondo il pensiero del suo fondatore e leader, all’interno di un progetto egemonico, il quale obiettivo era la nascita e formazione, prima in Egitto e poi in tutto il mondo arabo, di uno stato islamico, fondato sui valori incisi nel Corano e predicati dalla Shari’a. L’Associazione, inseguendo questo progetto, percorse tutta la storia dell’Egitto moderno: dalla fondazione durante il periodo monarchico, passando per la Seconda Guerra Mondiale, partecipando alla rivoluzione del 1952, affrontando per oltre 15 anni la prima dura repressione islamista di Nasser, tornando a respirare durante i regimi di Sadat e Mubarak, finendo per coronare il suo sogno, appena dopo le Primavere Arabe, ossia quello di conquistare il potere, sebbene per un breve periodo, lasciando subito dopo, nuovamente, le redini dello Stato ai militari, condotti dal generale al-Sisi. Durante tutti questi anni, i Fratelli, tra le difficoltà e i problemi che li ostacolarono, seppero costruire un’Associazione forte, strutturata secondo uno statuto solido, basata su un’ideologia nuova e unica. Le più eminenti figure dell’Organizzazione, quali lo stesso fondatore al-Banna e Sayyid Qutb, lasciarono al mondo islamico importanti opere e pensieri, che influenzeranno, fino al giorno d’oggi, tutti i movimenti del mondo arabo, da quelli più moderati, a quelli più radicali e terroristici. L’idea stessa di Islam politico, perenne tema di discussione e dibattito, è stata costruita dalla menti della leadership dell’Organizzazione