Controlli difensivi e tutela dei dati del lavoratore: il nuovo punto della Cassazione

This essay analyzes one of the latest and most important decisions of the Italian Supreme Court on workplace controls. The judgment makes it possible to overcome the doubts that still exist on the possibility for the employer to use the information collected through new means for exercising remote control over the worker for disciplinary purposes. In fact, technological progress ensures to use very invasive tools for the worker’s privacy, capable of carrying out an obscure control, where it is difficult to distinguish between information on work activity and information on the employee’s personal life. An example is precisely the one on which the sentence of the Supreme Court focuses: the control of data on the worker’s internet browsing, carried out on the computer made available by the company. In the essay, the authors focus on the compatibility of such checks with the guarantees provided for by art. 4 of the law n. 300 of 1970, adopting an approach focused on protecting the dignity and privacy of the worker.  Este ensayo analiza una de las últimas y más importantes decisiones del Tribunal de Casación italiano sobre controles en el lugar de trabajo. La sentencia analizada permite superar las dudas que aún existen sobre la posibilidad de que el empleador utilice la información recabada a través de nuevos medios para ejercer el control remoto sobre el trabajador con fines disciplinarios. El progreso tecnológico, de hecho, permite utilizar herramientas muy invasivas para la privacidad del trabajador, capaces de realizar un control oscuro, donde es difícil distinguir entre información sobre la actividad laboral e información sobre la vida personal del empleado. Un ejemplo es precisamente aquel en el que se centra la sentencia del Tribunal de Casación Italiana: el control de los datos sobre la navegación por Internet del trabajador, realizado en el ordenador puesto a disposición por la empresa. En el ensayo, los autores se centran en la compatibilidad de dichos controles con las garantías previstas por el art. 4 de la ley n. 300 de 1970, adoptando una orientación enfocada a proteger la dignidad y privacidad del trabajador. Il saggio analizza una delle ultime e più importanti pronunce della Corte di Cassazione in materia di controlli sul lavoro. La sentenza consente di superare i dubbi tuttora esistenti sulla possibilità per il datore di lavoro di utilizzare le informazioni raccolte attraverso nuove modalità per esercitare il controllo a distanza sul lavoratore a fini disciplinari.Il progresso tecnologico, infatti, garantisce l'utilizzo di strumenti molto invasivi per la privacy del lavoratore, in grado di svolgere un controllo oscuro, dove è difficile distinguere tra informazioni sull'attività lavorativa e informazioni sulla vita personale del dipendente. Un esempio è proprio quello su cui si concentra la sentenza della Cassazione: il controllo dei dati sulla navigazione in internet del lavoratore, effettuato sul computer messo a disposizione dall'azienda.Nel saggio gli autori si soffermano sulla compatibilità di tali controlli con le garanzie previste dall'art. 4 della legge n. 300 del 1970, adottando un approccio improntato alla tutela della dignità e della privacy del lavoratore