Il suffisso _\u27ia nella lingua italiana moderna

Il problema di cui ci occupiamo in questa lavoro -come interpretare i nomi del tipo \u27efficacia e forza\u27 -anche se sembra molto semplice a prima vista, ci permette di presentare interpretazioni nuove ed è di notevole importanza teorica e pratica. L\u27approccio tassonomico interpretava tali nomi in due modi: introducendo un suffisso realizzato con grado zero, lasciando così alla desinenza -a la funzione morfosintattica, oppure facenda assumere la funzione derivativa alla desinenza -a che in tal caso funziona da suffisso. L\u27approccio generativo -trasformazionale chiarisce meglio il problema: dimostra che si tratta di parole formate mediante il suffisso _\u27ia, il quale è presente nella struttura profonda, si perde, però, nella struttura superficiale. Questi nomi si possono includere fra i derivati astratti deaggettivale formati per mezzo del suffisso _\u27ia. Tra i derivati in _\u27ia dell\u27italiano contemporaneo vanno distinti quattro casi: 1. \u27miseria\u27 (il suffisso è presente nella struttura sottostante nonché in quella superficiale); 2. \u27astuzia\u27, \u27inerzia\u27 (anche in questo caso il suffisso è presente nella struttura profonda e nella superficiale, ma avviene l\u27alternanza /t/ ---- /tts/); \u27forz\u27a, \u27pazienza\u27 (il suffisso è presente nella struttura sottostante, in quella superficiale, però, la semivocale /j/ del suffisso si perde e ha luogo l\u27alternanza /t/ ---/ts/); 4. \u27audacia\u27, \u27efficacia\u27 (it suffisso è presente nella struttura profonda, in quella superficiale la semivocale /j/ del suffisso si perde). Nella struttura profonda abbiamo introdotto la semivocale /j/ in tutti e quattro i casi. Quanto ai cambiamenti morfonologici dalla struttura profonda a quella superficiale, distinguiamo: a) Rl = j → ø ) / t∫ -V; la regola va aggiunta al quarto caso; si tratta, pera, di una regola generale la quale si riferisce a un fenomeno automatico che appare senza eccezione nell\u27italiano di oggi: b) R2 = j → ø) / ts -V; la regola non è generale, va introdotta nel lessico e aggiunta al terzo caso, cioè ai nomi come per es. \u27abbondanza\u27, \u27assenza\u27, \u27clemenza\u27, \u27costanza\u27, \u27forza\u27, \u27ignoranza\u27 ecc.; mentre non vale per i nomi del secondo caso. Dunque: inerte → inerzia [— R2 ]; forte → forza [+ R2