Iglesias : archeologia delle imprese miniere medievali: Indagine non invasiva. Relazione 2021

In the centre of the Mediterranean basin, Sardinia is an "island of silver veins" exploited for several millennia, from Antiquity to the end of the 20th century, essentially in the south-west of the island, around Iglesias. It is this industrial area, marked by the mining companies that occupied and exploited it, that is the subject of an archaeological survey conducted by the Ecole française de Rome. In order to obtain a first representative inventory of the places where the ancient works (ancient and medieval) are located and to have an overview of their forms, the survey was preceded by the examination of the plans of the mining concessions of the 19th and 20th centuries. The old works that they contain were digitised, i.e. 3211 occurrences. With the help of Lidar surveys of the region, photogrammetric surveys carried out by drone and pedestrian reconnaissance, an initial archaeological corpus was created. To date, there are 730 occurrences distributed in the Iglesiente in 14 zones, essentially surface mining workings: pits, trenches and pits. The relationship with the medieval production sites known from written sources allows some preliminary observations. The numerous mentions of pits at Monte Barlau firstly echo the concentration of remains noted at San Giorgio, particularly around Is Fossas. We also find, albeit to a lesser extent, the line of works from San Giovanni to Palmas (the Connesa clay pit and Monte Palmara). The other places are more episodically mentioned. One significant sector is not mentioned in the medieval archives, that of Nanni Frau. However, it has given evidence of exploitation in the 2nd - 1st century BC. At the end of this prospecting campaign, this corpus is therefore ready to contribute to the questioning of several periods and to be the subject of more in-depth studies.Al centro del bacino del Mediterraneo, la Sardegna è un'"isola di vene d'argento" sfruttata per diversi millenni, dall'Antichità alla fine del XX secolo, essenzialmente nel sud-ovest dell'isola, intorno a Iglesias. È questa zona industriale, segnata dalle compagnie minerarie che l'hanno occupata e sfruttata, che è oggetto di un'indagine archeologica condotta dall'Ecole française de Rome. Per ottenere un primo inventario rappresentativo dei luoghi dove si trovano i lavori vecchi (antiche e medievali) e per avere una visione d'insieme delle loro forme, la prospezione è stata preceduta dall'esame dei piani delle concessioni minerarie dei secoli XIX e XX. I lavori vecchi che contengono sono state digitalizzate, cioè 3211 occorrenze. Con l'aiuto di rilievi Lidar della regione, rilievi fotogrammetrici eseguiti da droni e ricognizioni pedonali, è stato creato un primo corpus archeologico. Ad oggi, ci sono 730 giacimenti distribuiti nell'Iglesiente in 14 zone, essenzialmente lavori minerari di superficie: pozzi, trincee, ecc. La relazione con i luoghi di produzione medievali conosciuti dalle fonti scritte permette alcune osservazioni preliminari. Le numerose menzioni di fosse al Monte Barlau fanno innanzitutto eco alla concentrazione di lavori notata a San Giorgio, in particolare intorno a Is Fossas. Troviamo anche, sebbene in misura minore, la linea di lavori da San Giovanni a Palmas (la cava di argilla Connesa e il Monte Palmara). Gli altri luoghi sono menzionati più episodicamente. Un settore importante non è menzionato negli archivi medievali, quello di Nanni Frau. Tuttavia, ha dato prove di sfruttamento nel 2 ° - 1 ° secolo aC. Alla fine di questa campagna di prospezione, questo corpus è dunque pronto a contribuire all'interrogazione di diversi periodi e ad essere oggetto di studi più approfonditi