Pur essendo collocabile tra gli autori occasionali della formula episodica, proprio sotto il suo segno Carlo Lizzani (Roma, 1922-2013) si trovò a iniziare e concludere la sua lunga carriera cinematografica. Si avvicinò infatti al film a episodi già nel 1953 - a due soli anni dall’esordio alla regia e nell’anno del premio a Cannes per “Cronache di poveri amanti” - nel contesto del primo dei “film-lampo” proposti da Cesare Zavattini: “L’amore in città”. Film che aveva per il regista «soprattutto un interesse sperimentale. Intendeva sancire, anche nella fase del vagheggiato passaggio dal neorealismo al realismo, la legittimità di un “laboratorio neorealistico”, fornire degli appunti di prima mano diretti e impressionanti, curiosi o drammatic...