Suicidio del paziente in ospedale: il contratto non ha effetti protettivi verso i terzi

La pronuncia della Cassazione n. 14258 del 2020, contribuendo all’opera di messa a fuoco della disciplina della responsabilità medica, intende aggiungere un tassello al caleidoscopico mosaico giurisprudenziale e normativo: i familiari del paziente che si è tolto la vita non possono agire nei confronti della struttura sanitaria per il risarcimento dei danni patiti iure proprio facendo valere una responsabilità di tipo contrattuale. Non sembra infatti possibile invocare in questo caso la figura del contratto con effetti protettivi nei confronti del terzo, la cui applicabilità è circoscritta alle fattispecie ove l’interesse di cui sia portatore il terzo risulti strettamente connesso a quello regolato già sul piano della programmazione negoziale, come avviene nell’ambito delle relazioni intercorse specificamente tra la puerpera e la struttura o i sanitari. Brief commentary to a ruling of the Court of Cassation on the civil liability of the healthcare facility