L'utilizzo della risonanza magnetica per la diagnosi precoce dei disturbi visivi centrali in seguito a leucomalacia periventricolare in epoca pre e peri natale: una revisione sistematica della letteratura

In seguito al miglioramento delle tecniche di neuroimaging è oggi possibile, fin dai primi giorni di vita, diagnosticare la presenza e le caratteristiche di lesioni del sistema nervoso centrale (SNC). In particolare sono le metodiche di risonanza magnetica (RM) che hanno consentito ai clinici di prevedere il decorso del disturbo sulla base delle alterazioni documentate del SNC anche in epoca molto precoce. Una delle lesioni cerebrali più frequenti, che è stato visto essere molto impattante sullo sviluppo neuropsichico del bambino, è la leucomalacia periventricolare: la sua incidenza varia notevolmente nelle diverse casistiche, tuttavia può superare anche il 20% dei nati pretermine se prese in considerazione anche le forme più lievi. Una delle sequele più frequenti in questi soggetti, oltre all'impairment motorio, è sicuramente rappresentata dalla compromissione di uno o più aspetti riguardanti la funzionalità visiva. Tuttavia, malgrado l’interesse nei confronti di tale argomento sia negli ultimi anni molto accresciuto, risultano ancora poco numerosi gli studi atti a descrivere la relazione tra neuro-imaging alla RM con l’outcome della funzionalità visiva in pazienti con leucomalacia periventricolare. Pertanto, l’obiettivo di questo elaborato di tesi è quello di impostare la stesura di una revisione sistematica della letteratura applicando al meglio la metodologia e studiare, sulla base delle migliori fonti EBM, la relazione tra correlati alla RM e disturbi visivi insorti in seguito a leucomalacia periventricolare. Al fine di promuovere una diagnosi precoce e conseguentemente impostare quanto prima piani terapeutici-riabilitativi adattati al paziente