Una psicopatologia dell’espressione. Donato Del Piano di Federico De Roberto

The paper focuses on the role of De Roberto in the shift from an objective to a subjective narrative, which takes place in the late 19th century literature. His subjectivism is neither romantic nor esthetical, but develops within a climate of scientific and literary thought, which results from the insight of positivist scientism. Considering De Roberto’s prefaces, which testify to his eclectic poetics, the paper shows his concern with a problematic concept of realism, which draws upon Maupassant’s considerations on the relativity of true or truth. Also, the study investigates to what extent De Roberto’s theoretical insights, as illustrated in his “Preface” to Documenti Umani, are implemented in Donato del Piano through creative writing, thus bespeaking a metanarrative dimension. The main character struggles with the impossibility of finding a full correspondence between his feelings and ideas and the words to voice them. He also struggles with the problems related to language, thus anticipating some aspects of Pirandello’s thought. Another element of modernity is De Roberto’s perception of the unknowable nature of the Self, that he draws upon La Parole Intérieure by Egger who can be considered as the first theorist of the interior monologue. Through an intertextual comparison with some of the outstanding authors in the context of Positivism (Maupassant, Taine, Egger), the study shows that De Roberto goes beyond simple forms of methodological eclecticism. Focusing on the recent achievements in psychology, De Roberto foreruns one of the major issues critical to the 20th century reflection over the crisis of subjectivity.Il contributo intende valorizzare il ruolo di De Roberto nello slittamento da una narrazione oggettiva a una soggettiva nella fine Ottocento. Evidenzia come egli non rappresenti una soggettività di tipo romantico, o estetizzante, ma risenta di un  clima di riflessione scientifico-letteraria, maturato da un approfondimento dello stesso scientismo positivista. Partendo dai documenti di poetica dello scrittore, in cui si evidenzia una disposizione all’eclettismo, si rileva come egli faccia riferimento a un concetto problematico di realismo, sulla scia delle considerazioni di Maupassant sulla relatività dei concetti stessi di vero e di verità. Lo studio verifica poi come le riflessioni teoriche svolte nella “Prefazione” a Documenti umani, vengano trasferite nella scrittura creativa in Donato del Piano, che rivela uno spessore metanarrativo. Il protagonista appare tormentato dall’impossibilità di trovare una piena corrispondenza tra il sentimento e la parola, tra la parola e l’idea, dalla problematicità del linguaggio, anticipando alcuni punti della riflessione pirandelliana. Un ulteriore elemento di modernità risiede nella percezione dell’insondabilità e dell’inconoscibilità dell’Io che De Roberto ricava dalla lettura del volume La parole intérieure di Egger, che recenti studi considerano come il primo teorico del monologo interiore, importante fonte per le intuizioni di Bergson. Attraverso una serie di riscontri intertestuali e interdisciplinari con le punte più avanzate della riflessione ‘lato sensu’ positivista (Maupassant, Taine, Egger) si evidenzia come De Roberto vada al di là del semplice eclettismo metodologico, e meditando sulle recenti acquisizioni della psicologia, finisca per anticipare uno dei punti nodali della riflessione novecentesca sulla crisi degli statuti della soggettività. &nbsp