Biblioteca Digitale, o dell’evoluzione della biblioteca: la Veneranda Biblioteca Ambrosiana e la sua nuova Biblioteca Digitale ad accesso aperto dedicata ai manoscritti

The Digital Library – used here to connote a general category – aims to innovate the range of services offered to the public by ‘analogue libraries’ to a varied group of users. These services cross the multifaceted cases of public reading libraries (and a large and generalist pool of users), of university libraries (and an equally large pool of users made up of students, undergraduates, faculty, and researchers), and also extend to the world of conservation libraries, which attract a specialized niche audience, very often of international origin. The digitization of precious, ancient, books – both manuscript and printed – represents a great and complex challenge from many points of view (conceptual, design, implementation, logistics, economic, personnel management, etc.), but also the most intuitive way we have now to expand the services offered to users in digital form. In the (recent) past, many digital library initiatives have been carried out in this sense by individual library institutions, as well as by individual private programs or government projects, with variable results in terms of objectives actually achieved, sustainable permanence online, and their ability to effectively counteract the so-called ‘digital obsolescence’ by updating the entire technological infrastructure of the project itself, as well as the individual digital contents, to guarantee their survival. Nowadays, web- based technologies have evolved, increased, and standardized to such an extent that a new approach is possible for digital libraries in terms of usability, visualization, and multi-platform replication of digital content.La Biblioteca Digitale – qui intesa come categoria generale – si propone da tempo di innovare la gamma dei servizi offerti al pubblico dalle “biblioteche analogiche” a una variegata compagine di utenti. Non si pensi soltanto al multiforme scenario delle biblioteche di pubblica lettura (e a un ampio e generalista bacino di utenti), o alle biblioteche delle università (e a un altrettanto ampio bacino di utenti fatto di studenti, tesisti, docenti, ricercatori), ma si guardi anche al mondo delle biblioteche di conservazione, che attirano ad esse un pubblico di nicchia, specializzato, molto spesso di provenienza internazionale. La digitalizzazione del prezioso patrimonio librario antico, manoscritto e a stampa, rappresenta una grande e complessa sfida da molti punti di vista (concettuale, progettuale, realizzativo, logistico, economico, della gestione del personale, ecc.), ma anche la più naturale modalità di cui oggi disponiamo per espandere i servizi offerti all’utenza in forma digitale. Nel (recente) passato molte sono state le iniziative compiute in tal senso dalle singole istituzioni bibliotecarie, come anche da singoli programmi privati o da progetti ministeriali, con esiti altalenanti in termini di obiettivi realmente raggiunti, di effettiva permanenza online e di capacità di contrastare in modo efficace la cosidetta “obsoloscenza digitale” aggiornando l’intera infrastruttura tecnologica del progetto stesso, come anche i singoli contenuti digitali, al fine di garantirne la sopravvivenza. Al giorno d’oggi le tecnologie web based si sono a tal punto evolute, aggiornate e standardizzate da rendere possibile per le biblioteche digitali un nuovo approccio in termini di usabilità, visualizzazione e fruizione multi-piattaforma dei contenuti digitali