Contro l’umanità. 'Eco-criticism', anti-antropocentrismo, odeporica nel «Pianeta irritabile» di Volponi

This paper examines Paolo Volponi’s novel Il Pianeta Irritabile (1977) by a double perspective: on the one hand the anti-anthropocentric and forerunning eco-critical approach, like other writers of the same period as Cassola or Morselli, used by the author to denounce the exploitation of the planet, until the extreme, post-atomic consequences, by humans, in general, and capitalism, in particular, resolving in a harsh disapproval of human progress. On the other hand, being the entire plot based on a long voyage done by non-humans (or semi-human) protagonists, the hodeoporic interpretation key becomes a central point in the development of the novel and a new perspective to study and analyze the transformations of the characters.Il presente contributo si prefigge di fornire una (ri)lettura del romanzo distopico di Paolo Volponi Il pianeta irritabile secondo una doppia prospettiva: da un lato quella della eco-critica, di cui il romanzo è anticipatore insieme ad altri testi coevi, soprattutto per l’ambientazione post-apocalittica in un pianeta irritato e quasi indifferente all’umano e per la critica feroce (insieme sociale, economica, culturale) allo sfruttamento dello stesso da parte degli umani e del sistema capitalistico; dall’altro lato, la chiave di lettura odeporica, ovvero quella relativa alla centralità del fenomeno del viaggio – picaresco, di (ri)scoperta, di avventura, di (tras)formazione – sia nell’evoluzione dei personaggi, sia come forza trasformatrice degli stessi, che risulta di primaria importanza nell'economia della fabula