I rapporti tra Giordano Bruno e le fonti pitagoriche sono mediati da un denso stratificarsi di testimoni e riferimenti secondari, tra i quali spiccano le citazioni aristoteliche e platoniche. Ed è proprio tra questi due autori, Aristotele e Platone, che si colloca l'utilizzo strumentale da parte di Bruno della figura e del pensiero di Pitagora e della sua Scuola, usati come mezzo concettuale per accentuare in senso universale e infinitistico certi aspetti naturalistici dell'aristotelismo e, al tempo stesso e in una direzione opposta, depotenziare latrascendenza dell'ontologia platonica, portandola a maggiore ‘contatto' e prossimità teorica con la propria visione di una natura infinita e in incessante trasformazione. In questa ottica Pitagor...