I micascisti argentei e le rocce associate della Falda del Gran Paradiso: studio geologico-petrografico sullo spartiacque Valeille-Valnontey (Valle d'Aosta)

A 1:5000-scale geological map of the Gran Paradiso basement was made across the watershed between Valeille and Valnontey. Inside this area an outcrop was mapped at 1:1000 because it shows interesting relationships between Silvery Micaschists (SM) and adjacent rocks. The field work was completed by petrography aimed at understanding the metamorphic evolution, the relations of SM with host rocks and the genesis of the SM. Two interpretive schools exist regarding the genesis of the SM, from the Gran Paradiso Nappe as well as from the Monte Rosa Nappe. Various authors (BEARTH, 1952; REINHARDT, 1966; DAL PIAZ, 1971; COMPAGNONI & LOMBARDO, 1974; DAL PIAZ & LOMBARDO, 1986) have admitted that a granite protolith was submitted to strongly allochemical phenomena, deformation-enhanced along faults. BALLÈVRE (1986), noticing that the SM are strictly associated to shear zones, did not prefer a definite protolith. Instead, CHOPIN (1981) proposed that the SM might be due to the high-pressure evolution of primitively pelitic rocks. The aim of this work was to acquire as many data as possible that would allow to define the origin of the SM. Regarding the Alpine metamorphic evolution three successive events have been evidenced (M1-1, M1-2 and M2). M1-1 is characterized by chloritoid, talc, phengite, rutile ± chlorite assemblages, and it matches the eclogitic event that was known for long in the overlying Piemont oceanic metabasites. The next event M1-2 produced kyanite-chlorite assemblages. It is related to a re-equilibration at persistingly high pressure, which is recognized for the first time in the SM. It might suggest a pressure drop after the eclogitic peak-pressure and/or a progressive Al-and Mg-enrichment relative to Fe in the global chemical system, that would have permitted the growth of the kyanite+chlorite assemblage. The M2 metamorphic event was a reequilibration in low-pressure greenschist facies. Based on our data, the SM that outcrop to the E of the Punta Fenilla summit (divide between Valeille and Valnontey valleys), pertaining to the northeastern sector of the Gran Paradiso Nappe, are interpreted as the result of the synmetamorphic transformation in a zone of ductile shear of metagranite and orthogneiss derived from Palaeozoic granites. The observed assemblages clearly suggest that the transformation implies a strongly allochemical metamorphic process, coeval with the genesis of ductile shear zones and fluid infiltration inside the major granitic body.Les Micaschistes Argentés sont cartographiés en détail avec leur encaissant sur la crête séparant Valeille et Valnontey, près de Cogne en Val d'Aoste. Il y est signalé, pour la première fois dans ce faciès qui existe aussi ailleurs dans le Gran Paradiso, comme dans le Monte Rosa, du disthène. Ceci implique que les Micaschistes Argentés, qui ont enregistré une phase éclogitique à chloritoïde, talc, phengite et rutile, ont aussi connu ensuite un épisode avec des pressions encore élevées et/ou de profondes modifications chimiques ayant permis la genèse de disthène, permises par d'importantes infiltrations de fluides. Les Micaschistes Argentés auraient été engendrés par ces mécanismes au droit de failles ductiles.In un'area situata sullo spartiacque Valeille-Valnontey è stato effettuato un rilevamento alla scala 1:5000. All'tinterno di questa e stato effettuato un rilevamento di estremo dettaglio alla scala 1:1000 di un'affioramento interessante per lo studio delle relazioni tra "micascisti argentei" (MA) e rocce associate. Al lavoro di terreno e stato affiancato uno studio petrografico volto a comprendere l'evoluzione metamorfica, le relazioni esistenti tra MA e rocce associate, e l'origine dei MA. Fino ad oggi due sono state le tendenze interpretative a riguardo della genesi dei MA, della Falda del Gran Paradiso, come pure quelli della Falda del Monte Rosa. La prima (BEARTH, 1952; REINHARDT, 1966; DAL PIAZ, 1971; COMPAGNONI & LOMBARDO, 1974; DAL PIAZ & LOMBARDO, 1986) individua come granitico il protolite, mentre la genesi e addebitata ad un processo fortemente allochimico, accompagnato ad un evento deformativo lungo zone di taglio. BALLÈVRE (1986) in accordo con il fatto che i MA siano strettamente associati a zone di shear, non fa pero ipotesi sul possibile protolite. CHOPIN (1981) avvalorava invece un'altra tesi, secondo la quale i MA si sarebbero prodotti in seguito ad un metamorfismo di alta pressione da originarie rocce pelitiche. Lo scopo di questo lavoro era dunque quello di acquisire il massimo numero possibile di dati che permettessero di definire l'origine di queste rocce. L'evoluzione metamorfica alpina dei MA, e stata suddivisa in tre eventi (M1-1, M1-2 e M2). L'evento M1-1 e caratterizzato da paragenesi a cloritoide, talco, fengite, rutilo e ±clorite, e corrisponde con all'evento in facies eclogitica riconosciuto da tempo nelle metabasiti. Successivamente si è verificato l'evento M1-2 con paragenesi a cianite e clorite. L'evento M1-2 e associato ad una riequilibrazione a pressione ancora relativamente elevate ed è stato riconosciuto in questo lavoro per la prima volta nei MA. Esso può testimoniare un'evoluzione decompressionale successiva al picco barico eclogitico e/o un progressivo arricchimento in Al e Mg rispetto al Fe nel sistema chimico globale, che avrebbe favorito lo sviluppo di paragenesi a cianite e clorite. L'evento metamorfico M2, testimonia una riequilibrazione in facies scisti verdi di bassa pressione. Sulla base dei dati forniti da questo lavoro, i MA affioranti nella zona ad est della Punta Fenilia (spartiacque Valeille-Valnontey) nel settore nord-orientale della Falda del Gran Paradiso, sono interpretati come il risultato della trasformazione sinmetamorfica in zone di shear duttile, di originari metagraniti e ortogneiss derivati da graniti Paleozoici. Dalla mineralogia osservata, risulta chiaro che la trasformazione dei metagraniti e degli ortogneiss in MA implica un processo metamorfico fortemente allochimico coevo con la formazione delle zone di shear duttile e l'infiltrazione di fluidi (suggerita dall'esistenza di vene metamorfiche) all'interno di grossi corpi granitici