«Tutti possono fare teatro, anche gli attori» amava ripetere Boal. Perché il teatro non è una forma d’arte e una pratica riservata a pochi, ma un linguaggio a disposizione di ogni essere umano. In un evento di Teatro dell’Oppresso lo spettatore è dunque chiamato a partecipare alla messa in scena insieme agli attori, per provare insieme, sul palco, le trasformazioni che si vogliono attuare nella società. Giochi per attori e non attori, testo voluminoso che presentiamo al pubblico italiano in due distinti volumi, racchiude l’esperienza di Boal con il Teatro dell’Oppresso sviluppata durante cinquant’anni di attività, tanto dal punto di vista teorico-metodologico quanto da quello pratico. Questo primo volume, curato da Alessandro Tolome...