Le lettere di Amalia Guglielminetti, datate 1933-1941, ricevute e conservate da Celeste Ferdinando Scavini, fotografo, archivista e appassionato di Guido Gozzano, aiutano a far luce sugli ultimi, solitari e oscuri anni della scrittrice, dopo il successo, l’attività letteraria e il processo dal quale fu assolta per totale infermità mentale. Emergono netti il ricordo che Guglielminetti conservò di Gozzano, l’attenzione per la propria immagine e la ricerca di un luogo in cui trovare svago o serenità, insieme al tentativo, a tratti svogliato, di combinare ancora qualcosa in ambito letterario e, forse, la consapevolezza di essere ormai parte di un passato d’improvviso remoto. Ed emerge, inevitabilmente, anche l’interessante figura di Scavini, in...