Ricerca visuale, memoria autocritica postcoloniale ed emancipazione

L\u2019esperienza visuale e le diverse pratiche che la alimentano \u2013 il cinema, il documentario, la fotografia e tante altre forme di espressione artistica a carattere performativo \u2013 hanno contribuito non solo a sfidare lo stato di invisibilit\ue0 a cui fenomeni sociali complessi erano stati a lungo relegati, ma anche a far guardare, letteralmente, con lenti diverse quel non visto (e non detto) che ha talvolta impedito o, quanto meno, ostacolato una comprensione pi\uf9 profonda, anche in termini autocritici, dei fenomeni sociali. In particolare il riferimento \ue8 legato all\u2019esperienza e alla memoria delle migrazioni postcoloniali: un fenomeno storicamente oggetto di forme di visibilit\ue0 distorta e ambivalente, ostaggio di tensioni tra retoriche contrapposte e in cui a lungo, anche le scienze sociali, hanno stentato a mettere in luce quei percorsi di soggettivazione e significazione che, accanto all\u2019esperienza traumatica di viaggi divenuti sempre pi\uf9 rischiosi ed esistenze spesso relegate in una condizione di subalternit\ue0, consentono di evidenziare forme di sopravvivenza, di resistenza e di azione che oggi ancor di pi\uf9 ci interpellano, riconnettendoci con pezzi importanti del nostro passato, e del nostro futuro, e dunque della nostra memori