Spesa farmaceutica e invecchiamento della popolazione: le indicazioni di uno studio nella Asl Milano 1

Le informazioni sui consumi sanitari degli anziani sono ancora scarse in Italia. Nell’articolo si affrontano tre argomenti: il profilo dei consumi e della spesa farmaceutica per età e sesso, l’effetto dell’abolizione delle compartecipazioni nel 2001 e le previsioni al 2010 dei consumi e della spesa per farmaci. L’analisi è svolta sui dati 2000 di una grande Asl lombarda (930.000 assistiti). I risultati dell’analisi confermano le evidenze empiriche della letteratura internazionale sui profili per età (ad S distesa), sulla concentrazione (il 16% degli assistiti con malattie croniche assorbe il 64% della spesa) e sulla persistenza dei consumi, ma costituiscono una novità per il nostro paese. Gli anziani, che sono il 16% della popolazione, assorbono il 47% della spesa. L’abolizione della quota fissa di 3000 lire ha fatto emergere comportamenti differenziati, con gli esenti per patologia che hanno registrato una domanda quasi rigida, e gli esenti per età accomunati ai non esenti, con una domanda elastica (e = 0,16 e 0,13). L’onere delle compartecipazioni era sostenuto per il 68% dagli esenti. Estrapolando le tendenze in atto al 2010, il tasso di crescita della spesa pubblica per farmaci potrebbe variare, in dieci anni, tra un minimo del 9,4% (effetto demografico) o del 18,4%, (ipotetico peggioramento delle condizioni morbose), ad un massimo del 44% (sommando la crescita dei consumi) o del 143% (considerando tutte le variabili). I puri effetti demografici ed epidemiologici giocano un ruolo secondario, rispetto alla dinamica dei prezzi e degli aumenti dei consum