Music as the Medicine of Trauma among Refugees in Arizona

This paper presents outcomes of a phenomenological study conducted to explore the lived experience of refugee musicians. Purposive and snowball sampling methods were used to identify six musicians who performed in the cities of Phoenix and Tucson and had been involved in music prior to entering the United States. The primary data gathering method was structured and unstructured interviews, but observations were made for the musicians who performed in public events during the study period. Audio and video recordings were made and photographs taken during these performances. Study outcomes show that the musicians have persisted in music performance as their primary method of healing trauma and negative emotions. Traumatic experience resulted in their fleeing from their homes and seeking refuge in other countries. After being resettled in the United States, they continue to suffer from the experience of loss, need to adapt and change, and struggle with trauma and negative emotions. Music is their method of healing trauma and facilitating integration. Music produces healing through 1) like a painkiller, enabling them to forget problems that result in distress, 2) being their means to communicate a message of hope, and 3) enabling integration, thus reducing isolation and loneliness.La musica come medicina dei traumi fra i profughi in Arizona Questo articolo presenta i risultati di uno studio fenomenologico condotto per esplorare l'esperienza vissuta dei musicisti progughi. Sono stati usati metodi di ‘campionamento propositivo’ e ‘palla di neve’ per identificare sei musicisti che si sono esibiti nelle città di Phoenix e Tucson, i quali erano coinvolti nella musica prima di entrare negli Stati Uniti. Il principale metodo di raccolta dati era costituito da interviste strutturate e non strutturate, ma sono state fatte osservazioni per i musicisti che si sono esibiti in eventi pubblici durante il periodo di studio. Sono state realizzate registrazioni audio-video e fotografie scattate durante queste esibizioni. I risultati dello studio mostrano che i musicisti hanno continuato a esibirsi in musica come metodo principale per curare traumi ed emozioni negative. Le esperienze traumatiche risultano dalla fuga dalle loro case, alla ricerca di rifugio in altri paesi. Dopo essere stati reinsediati negli Stati Uniti, continuano a soffrire dell'esperienza della perdita, hanno bisogno di adattarsi e cambiare, e lottano con traumi ed emozioni negative. La musica è il loro metodo per curare il trauma e facilitare l'integrazione. La musica produce guarigione in questi casi: 1) come un antidolorifico, permettendo loro di dimenticare i problemi che provocano angoscia, 2) come via per comunicare il loro messaggio di speranza, e 3) consentendo l'integrazione, riducendo così isolamento e solitudine. Traduzione di Claudio Cominard