Il collage come esaltazione del pensiero architettonico

The architectural project has had different ways of representing itself and has been evolving for about a century, following the progress of science and technology that, with the advent of digital technology in the 1960s, completely subverted how a project idea was presented. Each historical period, which not by chance had its own way of representing architecture, responds quite accurately to what can be called the influential trends of the time. It is no coincidence that the beauty of architecture corresponds to models of life and society that are never in antithesis. Architectural research has historically had, until the Modern era, a way of representing itself quite univocally and has rarely tried to dialogue with the other arts, even in moments of greater reaction to the art and architecture of the time. My personal experience in the use of collage as a tool for the definition of the architectural project was mainly focused in the search for models of representation, using firstly paper collage and, later, the photo collage, with the new possibilities to impress a photographic plate and even later, in the 1980s, with the use of the photocopy. The advent of digital technology has also allowed us to perfect this mechanism, even though it has almost completely lost the dexterity in the composition of the drawing and deprived the author of the uniqueness of the work, allowing the digital to reproduce infinitely the work itself. These various and complex techniques can only be accomplished through the manual and intellectual capacity of those who know mechanisms that are not purely technical, but which are rather found in a complete whole that is the architectural project, legible in its essence and materiality.Il progetto di architettura ha avuto, da circa un secolo, diversi modi di rappresentarsi e, in continua evoluzione, segue i progressi della scienza e della tecnica che, con l’avvento, negli anni ’60, del digitale hanno sovvertito completamente il modo di presentazione di una idea progettuale. Ogni periodo storico, che non casualmente ha avuto un suo modo di rappresentare l’architettura, risponde in modo abbastanza preciso a quelle che si possono chiamare le mode influenti del tempo. Non è un caso che la bellezza dell’architettura corrisponda a dei modelli di vita e della società che non sono mai in antitesi. La ricerca architettonica ha sempre avuto nella storia, fino all’era moderna, un suo modo di rappresentarsi abbastanza univoco e raramente ha cercato di dialogare con le altre arti, anche nei momenti di maggiore reazione all’arte e all’architettura del tempo. La mia personale esperienza nell’uso del collage come strumento per la definizione del progetto di architettura si è rivolta principalmente nella ricerca di modelli di rappresentazione che supponessero l’uso del collage prima di carta poi fotografico, con le diverse possibilità di impressionarne la lastra e, più tardi, negli anni ‘80, con l’uso della fotocopia. L’avvento del digitale ha poi permesso di perfezionare questo meccanismo, anche se ne ha perso quasi totalmente la manualità nella composizione del disegno e ha privato l’autore della unicità dell’opera, permettendo il digitale la riproducibilità infinita dell’opera stessa. Queste diverse e complesse tecniche possono essere realizzate solo con la capacità manuale e intellettiva di chi è in grado di conoscerne i meccanismi che non sono puramente tecnici, ma che si ritrovano in un insieme compiuto che è il progetto di architettura leggibile nella sua essenza e materialità